Le origini del Pomodoro
Riccio di Parma
1867: Carlo Rognoni
Egli comprese, con geniale intuizione, che lo sviluppo alla coltivazione del pomodoro sarebbe stato possibile solo creando e sostenendo l’attività di trasformazione del pomodoro in conserva.
Con orgoglio e determinazione si adoperò per convincere gli agricoltori dei buoni risultati dei suoi studi. Divulgando i progressi dei raccolti ottenuti divenne guida per tutti coloro che, spronati dal suo esempio, furono invogliati a seguire il suo cammino e a superare tutte le difficoltà in cui versava l’agricoltura alla fine dell’800.
La Cattedra Ambulante
Dai vasi di cristallo
alle scatole di latta
Fu un pasticcere francese, Messieur Appert, che nel 1810 vinse un concorso per la fornitura di cibi conservati alle truppe napoleoniche: riscaldando in acqua bollente e chiudendo poi ermeticamente i vasi di vetro in fase di bollitura, il cibo “sottovuoto” poteva rimanere come fresco e duraturo nel tempo.
Poiché però il trasporto e l’utilizzo del vetro su larga scala avevano evidenti aspetti difficoltosi, non passò tanto tempo che un inventore inglese realizzò le scatole in banda stagnata ed un suo concittadino nel 1855 brevettò l’apriscatole.
E così, dalla prima conserva nera custodita in carta oleata e riposta per qualche tempo nella dispensa, si giunse in pochi decenni all’utilizzo delle nuove tecniche di conservazione e confezionamento.
Lo stesso Prof. Carlo Rognoni partecipò all’EXPO di Parigi del 1878 presentando la prima conserva di pomodoro, sia in pani che in vasi di cristallo.
Le caratteristiche della tomaca Riccio di Parma
A differenza di altri pomodori, il pomodoro Riccio di Parma è caratterizzato dalla presenza delle solcature e dalla “spalla” verde, caratteristiche che l’industria conserviera ha considerato come difetti tecnologici, contribuendo così al suo abbandono.
1950: l’Abbandono
Si lamentava l’ eccessiva acidità della varietà locale e la sua difficoltà al trasporto per la buccia sottile. Così le caratteristiche del Riccio di Parma come le solcature e la “spalla” verde furono considerati solo come difetti dall’industria conserviera. Dagli anni ’80 inoltre la scelta ricadde completamente su pomodori che permettevano la coltivazione senza sostegni e la raccolta meccanizzata.
Le nostre varietà locali vennero sopraffatte dalle varietà “da concentrato”, tanto che il Riccio di Parma tornò agli orti privati per il suo consumo fresco o per la conserva casalinga. E si sarebbe completamente estinto se non ci si fossero stati gli agricoltori custodi.
2017: l’Antico Pomodoro è tornato
E’ così, proprio come 150 anni fa, che il sistema coi sostegni permette alle foglie di catturare in modo omogeneo i raggi solari, ai frutti di crescere più vigorosi e sani, all’uomo di curare il benessere della pianta…E a noi di gustare il Riccio di Parma raccolto da mani esperte solo quando raggiunge la sua maturazione naturale.
Il recupero della coltivazione del Riccio di Parma diventa per tutti noi il miglior modo per festeggiare e celebrare il 150° anniversario dalla data in cui il Professor Carlo Rognoni introdusse nella rotazione agraria la coltivazione del Riccio di Parma.